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3 agosto 2014

Chiuso per.... vita!

Cari amici,

E' tempo di muoversi verso altri progetti e altre cose. Imprevisti che vengono chiamati "vita" o "andare delle cose". Dovendo seguire quelle, ed essendo ormai questo blog uno spazio per pochi intimi, fino a nuovo ordine dubito che lo aggiornerò.

Lascio tutto online, specie le recensioni dei film: così almeno mi ricordo quelli che ho visto...

Grazie per avermi letto e... speriamo a presto!

20 dicembre 2013

Lo Hobbit 2 - recensione

Provaci ancora, Peter.
Il nostro amato Jackson prova a risollevare le sorti della trilogia de "Lo Hobbit". Dopo un primo episodio da sufficienza e non di più, già ci pareva abbastanza eccessivo dilatare in tre film la vicenda di un libro che è un quarto de "Il Signore degli Anelli" per spessore, non solo volumetrico ma anche letterario.
Come spesso accade nel secondo episodio, sin dai tempi de "L'Impero colpisce ancora", Il film è decisamente più serio, più dark del precedente.
Le critiche però ci sono, e purtroppo sono parecchie.

Jackson cade nella trappola della CGI, alla quale 10 anni fa aveva resistito più che poteva brillantemente, aiutato dai maestosi paesaggi della Nuova Zelanda. Questa volta il film sembra un film d'animazione in 3D stile Pixar, con alcune parti reali, piuttosto che il contrario.
Il problema de "Lo Hobbit: la desolazione di Smaug" è che si vede che tutto è finto, come succedeva nei fantasy anni '80 pur gradevoli come Willow o Legend, prodotti destinati ad un pubblico giovanissimo. Sembra una versione fantasy di Transformers, dove i dialoghi sono piatti e le scene d'azione digitali così caotiche che si fa fatica a seguirle.  Per non parlare della assurdità di alcune: va bene che la storia è una favola fantastica, ma almeno ne Il Signore degli Anelli ci si ricordava che il mondo ha una fisica ben definita, e i tessuti biologici hanno una resistenza altrettanto finita e non sono indistruttibili....

Non convince del tutto il drago Smaug, neanche con il sapiente doppiaggio di Luca Ward. Il drago è realizzato digitalmente con maestria ma non ha affatto il carisma che dovrebbe avere un cattivo come si deve. Questo anche per come è stato concepito da Tolkien, come un drago neanche tra i più svegli: uno "tutto muscoli e niente cervello".  Non si tifa per lui, anzi il pubblico si chiede: "ma quando è che muore questo?"

La mazzata finale, che rischia di far precipitare Lo Hobbit 2 sotto la sufficienza ma giusto per chi ha letto il libro, è la incredibile invenzione di due elfi (ok, uno esisteva ma in teoria non doveva nemmeno essere nato), del loro rapporto reciproco e... Beh lo vedrete.  Difficilmente i fan tolkeniani, anche quelli meno hardcore, lo perdoneranno

Eppure nonostante questo secondo episodio non possa contare di una bellissima scena recitata come l'incontro tra Bilbo e Gollum del capitolo precedente, la bella resa di Pontelagolungo, prima vera ambientazione slum-like della saga e lo scontro tra Gandalf e un suo antagonista e l'agognato ritorno dei nani alla montagna riesce a liberare qualche emozione sincera.

E così il film la sufficienza la strappa.
Se al primo episodio davo un 6, a questo posso arrivare al 6+, massimo 6 e 1/2.
Una menzione alla colonna sonora di Howard Shore: bella, molto di più di quella del primo episodio. Il tema dei nani, ripreso nella gradevole canzone Misty Mountains, è abbandonato per un nuovo tema più drammatico, che si sposa con il tono meno canzonatorio del film.

In sostanza consigliato da vedere solo agli appassionati.

Giudizio: più che sufficiente. Peccato.

14 agosto 2013

La notte del giudizio - recensione

Nel 2022, gli Stati uniti d'America sono una nazione più prospera che mai, con la criminalità quasi azzerata e disoccupazione ai minimi storici.
Secondo gli analisti, questo è dovuto alla notte dello "sfogo". Per una sola notte è infatti permesso qualunque tipo di crimine, compreso l'omicidio. In questa notte alcune persone, da perbene a povere, si trasformano in assassini senza il rischio di essere puniti. Ethan Hawke ( sempre sul pezzo da L'attimo fuggente, Training day e Lord of war) vende sistemi di sicurezza per proteggere le case dai criminali di questa notte e vive in una lussuosa villa assieme alla moglie, interpretata da Lena Headey (la bravissima regina Cersei Lannister de Il trono di spade) e ai due figli adolescenti, un po' problematici. Ma durante una notte dello sfogo, la loro tranquillità verrà distrutta da parte di un gruppo di sconosciuti che li metterà di fronte a una scelta difficile, per lasciarli comprendere quanto questa iniziativa possa essere folle...
Il film del genere "home invasion" è realizzato con un budget bassissimo (e da un regista pressocché sconosciuto), che gli ha consentito di incassare quasi 30 volte tanto, ma che in parte ne stabilisce i limiti essendo completamente ambientato in una casa. La tensione è garantita per circa tre quarti di film, dopo i quali ormai ci si aspetta sbucare qualcuno armato da ogni parte, fino al finale in parte scontato. Sarebbe stato bello ambientarne una parte anche in strada per far vedere meglio che cosa significhi quella notte (cosa in parte fatta nei titoli di testa e di coda davvero capaci di rendere l'atmosfera). Seppure con questi difetti, rimane un film comunque godibile, con un messaggio critico nei confronti della "società perfetta" e una domanda per il pubblico: voi al posto di quella famiglia cosa avreste fatto?
Giudizio: carino.

19 gennaio 2013

Django Unchained


Quentin Tarantino scivola sulla buccia di banana dell'autoreferenzialità.
Dopo avere girato prevalentemente film western (non fatevi ingannare dalle ambientazioni), finalmente arriva a quello vero: un omaggio allo spaghetti-western più becero/popolare. Lo fa richiamando il mastodontico Cristoph Waltz, che stavolta ci propone la stessa recitazione ipereducata del Colonnello Landa di "Bastardi Senza Gloria", che a dire il vero non stanca mai. E infatti, quando manca lui dalla scena, la magia si rompe. E' uno dei difetti Django Unchained, come l'eccessiva lunghezza, con 30 minuti, specie del finale da lasciare tranquillamente in sala di montaggio. O come la recitazione legnosa di Jamie Foxx che non riesce mai a strappare un po' di simpatia se non quando vestito da damerino. Il tema della schiavitù è trattato ampiamente ma con leggerezza. Belle citazioni, per carità: dai due cacciatori di taglie così diversi tra loro, ricordo Leoniano di Eastwood e Van Cleef, alla colonna sonora che addirittura fa un incredibile omaggio finale a Bud Spencer & Terence Hill, passando per il cammeo di Franco Nero (poco utilizzato però). DiCaprio per fortuna è sempre una certezza anche quando fa il cattivo, ed è un cattivo disgustosamente vero. Si finisce con l'amaro in bocca però, quando le risate per le battute di Waltz infine si spengono e il film perde interesse. Più vicino a Corbucci senza dubbio, ma Sergio Leone è (volutamente) molto lontano.
Giudizio: Un'occasione mancata, comunque carino.

21 dicembre 2012

Lo Hobbit - Recensione



Se parliamo de Lo Hobbit, chiariamo subito una cosa: Lo Hobbit è una favola e come tale è stato reso il suo film, che abbandona quasi ogni realismo in favore del fantastico: carino ma lontano anni luce dall'epica del Signore degli Anelli. Diventerà probabilmente un classico di natale, stile film Disney.

Jackson ci riporta nella Terra di Mezzo facendoci vedere eserciti di nani esiliati e goblin pasticcioni che sembrano usciti direttamente da Warhammer Fantasy Battle (chissà che non l'abbiano fatto) e 12 nani fracassoni e ruttoni, spalle comiche di un bravo Martin Freeman / Bilbo Baggins, che lascia tutta la poca serietà del film a uno spaesato Gandalf (stavolta doppiato piuttosto bene da Gigi Proietti dopo la scomparsa di Gianni Musy).
L'altra serietà viene portata innanzi dallo scorbutico Thorin Scudodiquercia, principe senza patria a cui spetta il ruolo di "eroe combattuto" stile Aragorn, al quale Bilbo occorrerebbe secondo Gandalf come scassinatore, per rientrare in possesso del suo antico regno di Erebor, conquistato dal drago Smaug.

Qualche cameo messo un po' lì senza una reale utilità e alcuni personaggi rubati ad altri scritti di Tolkien colorano questo film che si caratterizza per scene parecchio irrealistiche (la compagnia sarebbe dovuta morire interamente almeno sei o sette volte in tutta la pellicola) e quindi assolutamente da favola; le stesse scene, come quella Legolas che faceva surf su uno scudo al fosso di Helm, che infastidivano nel Signore degli Anelli l'audience più purista.
Si è disposti a perdonare tutto quando si arriva ovviamente all'incontro, solo accennato all'inizio del primo film del Signore degli Anelli, di Bilbo con Gollum, che praticamente senza concorrenti diventa la scena più indimenticabile del film.
Per il resto, Jackson si auto-cita (come è stato notato da altri recensori) e il peggio è che lo fa anche Howard Shore, autore di una colonna sonora assolutamente scialba se eccettuiamo il nuovo tema dei nani che cantato da essi in casa di Bilbo ha una ottima resa immersiva (peccato aver assistito a questa scena già dal trailer).

Pertanto, Lo Hobbit risulta un piacevole ritorno alla Terra di Mezzo, solo se si è disposti a tornare un po' bambini, e dimenticare la carica di Theoden, il valore di Aragorn, il sacrificio di Boromir e tutto quello di epico che ci aveva fatto innamorare de Il Signore degli Anelli. In sostanza: "non è un film per vecchi".

Giudizio: carino.

26 settembre 2012

Prometheus

"No, Prometheus non è il prequel di Alien", dice grossomodo Ridley Scott. Ma sì, alla fine lo è, ma si discosta per il "primum movens" che porta una spedizione scientifica dalla Terra ad un misterioso pianeta. Se nel capolavoro del 1979 di Scott, la missione era di soccorso, qui è assolutamente scientifica, per trovare la razza de "gli  Ingegneri", i creatori della vita sulla Terra.
Scusa per introdurre un potente cast che va dal bravissimo androide David (M. Fassbender), alla spietata capospedizione Charlize Theron fino a Noomi Rapace che qui è un po' la nuova Ripley.
Prometheus è potentissimo nelle immagini. Davvero: 3D o meno, non si può che rimanerne colpiti. Dopo la caotica accozzaglia di giungla e puffi giganti di Avatar, qui è la sabbia scura e le pareti grigie a farla da padrone. Buio, creature bizzarre e inseguire l'origine della vita: c'è tutto per un buon film che di certo scopiazza un po' dal primo Alien, ma alla fine rimane tutto in famiglia. Un po' di fantascienza vecchio stile con un po' di horror che non guasta davvero, e già si spera in un sequel (pre-programmato, ovviamente).
Giudizio: non male.

12 settembre 2012

Brave - Ribelle

Merida è una principessa della Scozia d'epoca romana, dalla folta chioma rossa (animata meravigliosamente dalla Pixar). Essa rifiuta le convenzioni normalmente riservate alle principesse e vuole vivere la vita a modo suo, contro il volere della madre. Merida è pronta a tutto per difendere le sue scelte di vita e questo la porterà a scontrarsi con la irreprensibile genitrice...
Trama classica per questo film di animazione molto ben realizzato che per un'ora e mezza accompagna come tutti i prodotti Pixar, senza gridare al capolavoro né annoiare.
Giudizio: carino.

2 settembre 2012

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno


Più che un ritorno... un finale. Eh sì perché la premiata ditta Nolan&Nolan chiude (?) i battenti sulla più fortunata trilogia destinata all'uomo pipistrello. Partita così così con Begins e portata alla quintessenza con Il Cavaliere Oscuro che ci ha donato la magistrale interpretazione del Joker, il sipario cala su Gotham e spetta a Bane e Catwoman provare a impensierire Bruce Wayne (Christian Bale) e il suo alter ego Batman.

Questo film è un bel film. Per quasi tre ore si aspetta, si combatte, si scopre, si chiudono vecchi conti e si spiegano vecchie questioni, fino alle ultime scene dove, ebbene sì, non si gioca solo il destino di Gotham City, ma si gioca un'intera trilogia che ci ha mostrato non un supereroe come tanti (e viva Nolan per questo) ma l'eterna lotta di un uomo contro i suoi limiti e i suoi demoni. Ci si gioca la credibilità di una sceneggiatura che ha tenuto contro i colpi di qualsiasi critica e si rischia con una singola caduta... di rovinare tutto.

Non è stato così, e questo Batman trionfa nel cuore dello spettatore, seppur mancando l'interpretazione assolutamente superba di Heath Ledger; inoltre qualche personaggio (Lucius Fox e Gordon) diventa davvero meno interessante, e il cattivo di turno non è così indimenticabile: Bane non riesce a risultare né particolarmente simpatico come Joker, né particolarmente spaventoso (anche se il povero Wayne ne prenderà di botte). In tutto ciò ecco che un paio di nuove presenze (Miranda Tate, qui con la faccia della brava Marion Cotillard, e il poliziotto John Blake) aggiungono davvero quel pizzico di rinnovato interesse a una recitazione che altrimenti sarebbe risultata un po' flebile (anche per colpa del legnoso Bale). Sempre superbo Michael Caine (Alfred) che letteralmente regna sulla scena quando appare.

Che dire: il Cavaliere Oscuro ci mancherà, ma non poteva andarsene in maniera migliore.

Giudizio: degna conclusione della trilogia, bel film.

26 maggio 2012

Cosmopolis

Cronenberg. Solo questo nome è segno di: “non è un film per tutti”. E anche Cosmopolis non lo è. Cervellotico, genialmente pazzoide, è ambientato quasi tutto in una limousine che attraversa una New York surreale. A bordo il giovane ex-vampiro Robert Pattison, al quale il regista canadese sa tirare fuori il meglio scollandolo un po’ dalla figura di idolo per le ragazzine (ma sempre lasciandolo nel suo anemico “candore”).

Film di una lentezza voluta ma a tratti esasperante, cui non mancano i momenti grottescamente comici (ma da non più che una mezza risatina), critica profonda al capitalismo e alla società moderna, alle grandi società e al divario ricconi-poveracci. Temi affrontati dall’umanità fin dalla sua alba, per carità, ma qui trattati dal regista con scherno misto a rassegnazione. Peccato per il finale dove il film scivola definitivamente nel melodrammatico (finale che mal utilizza uno spesso bravissimo Paul Giamatti). Più un’opera teatrale che un film, dalla quale eredità purtroppo anche i difetti: sul palcoscenico sarebbe assolutamente più adeguato. Peccato.

Giudizio: delirante (volutamente): o si ama alla follia o non vi lascerà nulla.

31 dicembre 2011

Sherlock Holmes: gioco di ombre

Seguito del popolare e spassoso primo episodio: la coppia Downey-Law si ripropone in un sequel che soffre enormemente della “sindrome da secondo episodio”. Tante idee ma confuse, eccesso di effetti speciali e scene slow-motion che ormai non impressionano più molto. Anche i gustosi alterchi verbali tra i due investigatori non sono più così appealing Buona la prestazione del cattivo di turno, l’arcinemesi dell’investigatore letterario, il prof. Moriarty, spalla femminile “di ruolo” purtroppo senza carisma. Un eventuale terzo episodio per Guy Richie? Si tratta davvero di un gigantesco punto di domanda…

Giudizio: decisamente meno riuscito del primo episodio, non più che gradevole.