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4 gennaio 2009

Recensioni di Film [W]

Recensioni di Film [W] (elenco provvisorio in aggiornamento)

Watchmen
In un 1985 alternativo, dove Nixon è eletto per la 3a volta presidente USA e la guerra del Vietnam è stata vinta grazie ai supereroi, l'omicidio di uno di essi appare sospetto. Rorschach, un eroe mascherato vestito con cappello e impermeabile, cercherà di riunire i suoi vecchi compagni, messi al bando nel frattempo dal governo americano, per dirimere il mistero, mentre Stati Uniti e Unione Sovietica si preparano alla guerra nucleare.
Watchmen porta i supereroi nella dimensione domestica e "post-pensionamento", come ripreso più tardi nella Disney ("Gli Incredibili"). L'ucronia distopica dell'America di ultradestra che freddamente calcola le vittime della guerra atomica come fossero birilli, è dipinta con cinismo in questo film dove le scazzottate a colpi di kung fu sono ridotte al minimo, e prevalgono dialoghi, flashback e monologhi. Colpi di genio a tratti (come la bellissima sigla iniziale), purtroppo il film è gravato da una onerosa lentezza che fa sbadigliare, ma artisticamente è valido e lascia anche che il cervello del pubblico lavori un po'. La caratterizzazione dei personaggi è accurata e credibile, ma la sua atipicità potrebbero fare storcere il naso a chi cerca qualcosa di semplice da vedere e basta.
Giudizio: complesso ma ben curato, o si odia o si ama.


Will Hunting - Genio ribelle
Il giovane Will (Matt Damon) è inserviente nel prestigioso M.I.T. Un giorno risolve un problema di algebra che nemmeno i migliori laureati avrebbero potuto dirimere. Ma la sua vita è sregolata e piena di amici "gorilloni" tra cui Ben Affleck (co-sceneggiatore insieme a Damon), così un docente di matematica proverà a fare instradare il ragazzo mandandolo da uno psicanalista: un barbuto Robin Williams in un remake di se stesso dall'Attimo fuggente. Storia semplice, eppure profonda sulla vita e le sue potenzialità, grandissima prova d'attore del duo Damon-Williams, strappa qualche lacrima alla fine, se lo guardate con spirito giusto.
Giudizio: Davvero bel film.

Wrestler, the
Randy "the Ram" è un wrestler star degli anni '80 (ispirato ad Hulk Hogan ma soprattutto a The Ultimate Warrior nel look) e vive nella paralisi di quell'epoca: sente solo musica e si veste ancora come in quel periodo. Ora non combatte più e vive una vita squallida tra vecchie convention di fan, e incontri "di periferia". Ha una figlia che lo odia e nessun'amico al mondo. Il film parla quindi di quest'uomo (Mickey Rourke reso irriconoscibile dai suoi eccessi e dai muscolazzi che esibisce) ormai spento, che prova a ridecollare con grande difficoltà.
Film scontato ahimè, forse sopravvalutato dalla critica (premiato a Cannes): piacevole ma che scopiazza un po' da Eastwood (Million Dollar Baby), e affronta in modo stereotipato i classici temi del padre assente, dell'uomo fallito che non ha saputo evolversi con il passare delle epoche, dello squallore delle lower-classes americane e delle persone bloccate ad un particolare periodo storico, in questo caso gli "eighties".
Già che abbiamo parlato di un parallelismo, a differenza dell'allenatore di boxe interpretato da Eastwood, Randy non ha nessuna occasione di tornare "grande", ed in questo assomiglia di più al pugile fallito interpretato da Morgan Freeman nel medesimo film. E' solo un uomo che sa fare quello nella vita, e una vita normale gli sta stretta. Con l'ultimo "Ram Jam" consegna un finale epico alla sua misera esistenza.
Purtroppo tutto il film sa di "già visto", sebbene l'interpretazione di Rourke sia adatta, e probabilmente nessuno avrebbe potuto fare meglio di lui, che ha rischiato di essere un prodotto di successo di un epoca, poi fallito esattamente come il protagonista del film. Un film certamente molto autobiografico.
Giudizio: discreto.

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