Sono andato a vedere questo film, Appaloosa, film che si ripropone di rilanciare un genere un po' sopito e dimenticato.
Scritto anche da Ed Harris, che interpreta lo sceriffo Virgil Cole, il film narra di due pistoleros, Cole appunto e il suo socio Everett (un fantastico Viggo Mortensen), che riportano ordine nella città di Appaloosa. Bragg, (Jeremy Irons, non in formissima ma bravo), ha ucciso lo sceriffo precedente e va consegnato alla giustizia. E ci devono pensare Virgil ed Everett. Ma in città arriva Ellis (Renèe Zelweger, brava anche in questo ruolo), che causerà non pochi grattacapi a Cole.
In Appaloosa c'è tutto: c'è il villaggio del west, ci sono le pistole, c'è il treno a vapore, ci sono i cavalli, c'è il ranch, il tramonto tra le montagne, gli indiani, il duello, le (centellinate) sparatorie. Manca la cavalleria e i banditi e poi c'è tutto il genere.
Somgiliante più ai vecchi Western di John Wayne che a quelli di Sergio Leone (e una citazione pure da "Gli Spietati" di Eastwood c'è, però), Appaloosa fondamentalmente potrebbe essere usato come manuale per capire il genere western "classico", non contaminato da fagioli o banditi doppiogiochisti. E' appunto un western "nobile" pieno di onore e un po' di retorica.
Come detto, c'è tutto il genere, e viene mischiato così bene che risulta gradevole anche da chi non ama particolarmente il genere, e forse chi non ha mai visto un western potrebbe sceglierlo come anticamera per capire il genere che comunque ha fatto la storia del cinema tra gli anni 40 e 70, spadroneggiando la scena assieme al genere "mitologico".
Attori fantastici: da Ed Harris, pistolero rozzo ma che vuole diventare sapiente, al silenzioso Viggo Mortensen che gli suggerisce le parole quando non gli vengono in mente, alla Zelwegger che cerca lo stallone dominante, all'odioso J. Irons.
Il piombo è centellinato come i dialoghi eppure la calma placida che regna nel film nè fa una bella pellicola che restituisce lustro al genere, dopo esperimenti relativamente riusciti come Wyatt Earp / Tombstone, volute ca**ate come "Young Guns" e "Bandidas", e lo splendido funerale del genere, "Gli Spietati", appunto.
Merita certamente la visione se non altro per la prova degli attori. Anche le donzelle possono vederlo senza annoiarsi grazie alla presenza ottima della Zelweger.
Scritto anche da Ed Harris, che interpreta lo sceriffo Virgil Cole, il film narra di due pistoleros, Cole appunto e il suo socio Everett (un fantastico Viggo Mortensen), che riportano ordine nella città di Appaloosa. Bragg, (Jeremy Irons, non in formissima ma bravo), ha ucciso lo sceriffo precedente e va consegnato alla giustizia. E ci devono pensare Virgil ed Everett. Ma in città arriva Ellis (Renèe Zelweger, brava anche in questo ruolo), che causerà non pochi grattacapi a Cole.
In Appaloosa c'è tutto: c'è il villaggio del west, ci sono le pistole, c'è il treno a vapore, ci sono i cavalli, c'è il ranch, il tramonto tra le montagne, gli indiani, il duello, le (centellinate) sparatorie. Manca la cavalleria e i banditi e poi c'è tutto il genere.
Somgiliante più ai vecchi Western di John Wayne che a quelli di Sergio Leone (e una citazione pure da "Gli Spietati" di Eastwood c'è, però), Appaloosa fondamentalmente potrebbe essere usato come manuale per capire il genere western "classico", non contaminato da fagioli o banditi doppiogiochisti. E' appunto un western "nobile" pieno di onore e un po' di retorica.
Come detto, c'è tutto il genere, e viene mischiato così bene che risulta gradevole anche da chi non ama particolarmente il genere, e forse chi non ha mai visto un western potrebbe sceglierlo come anticamera per capire il genere che comunque ha fatto la storia del cinema tra gli anni 40 e 70, spadroneggiando la scena assieme al genere "mitologico".
Attori fantastici: da Ed Harris, pistolero rozzo ma che vuole diventare sapiente, al silenzioso Viggo Mortensen che gli suggerisce le parole quando non gli vengono in mente, alla Zelwegger che cerca lo stallone dominante, all'odioso J. Irons.
Il piombo è centellinato come i dialoghi eppure la calma placida che regna nel film nè fa una bella pellicola che restituisce lustro al genere, dopo esperimenti relativamente riusciti come Wyatt Earp / Tombstone, volute ca**ate come "Young Guns" e "Bandidas", e lo splendido funerale del genere, "Gli Spietati", appunto.
Merita certamente la visione se non altro per la prova degli attori. Anche le donzelle possono vederlo senza annoiarsi grazie alla presenza ottima della Zelweger.
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