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20 settembre 2010

The Road

The road
Il mondo è distrutto dalla solita guerra nucleare: niente più alberi o animali. Viggo Mortensen riprende un po' il suo ramingo Aragorn (stavolta con una barba da Gandalf), e cerca di condurre suo figlio a sud verso un'insicura salvezza, schivando pericolose bande armate di cannibali. Nel film c'è solo campagna del nord-america gelida, scabra e decadente. Film amaro, senza il minimo sorriso, senza colore. Per un po' lo spettatore riesce a camminare insieme ai due viandanti senza fatica, ma con il trascorrere del film può continuare a farlo solo se lo vuole: è solo così, con l'immedesimazione, che si comprende la vicenda umana dei due, si riesce a gioire quando le cose girano bene, e soffrire quando vanno male, per arrivare al finale, purtroppo del tipo A o B (o le cose vanno in un modo o nell'altro, non c'è spazio per sorprese). Abbiamo visto questo genere lanciato a piene mani negli anni '70-'80 col superbo Mad Max, assistito ai mediocri tentativi di Kevin Costner di risollevare il filone (Waterworld - L'Uomo del Giorno Dopo), guardato scetticamente strani virus agire (Io sono Leggenda - 28 giorni dopo) e digerito chili di effetti speciali (The day after tomorrow, Terminator Salvation) o storie non particolarmente interessanti (Codice Genesi).
The Road si scontra contro questi film, uscendo comunque a testa alta, per quanto sostanzialmente privo di trama e sorprese.
Giudizio: tra i tanti post-apocalittici, forse uno dei meglio riusciti.

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