Shutter Island
Leonardo Dicaprio è uno sceriffo federale dal passato burrascoso, chiamato per indagare sulla sparizione di una paziente in un'isola-prigione adibita a manicomio. Venendo a conoscenza dei medici e del direttore del carcere però, si accorge che qualcosa non sta andando secondo le regole, e anche la sua mente sta vacillando divorata dai ricordi della guerra e della moglie morta.
Shutter Island è uno psico-thriller, e l'ultima fatica di Martin Scorsese, che già con Dicaprio è stato accompagnato all'agognato Oscar con "The Departed". L'immagine del reparto psichiatrico-prigione, già esplorata nel bellissimo "Qualcuno volò sul nido del Cuculo", qui sfuma verso una concentrazione più diretta verso la mente del protagonista. Il film è densamente cervellotico, inzuppato di flashback che si fondono con la realtà in maniera così amalgamata che a volte non si comprende quale sia essa e quale la visione. Dicaprio recita meravigliosamente bene, e il film diventa un two-men-show tra lui e Ben Kingsley (già oscar per "Gandhi"). Sebbene nel primo tempo la matassa della vicenda sembri un garbuglio di vicende scollegate, solo il finale riesce a mettere chiarezza nella vicenda e dare un netto colpo di scena alla "Sesto Senso" alla storia. Tuttavia in quanto thriller, una seconda visione diventerebbe necessaria solo per cogliere le sfumature, conosciuta ormai la verità.
Giudizio: non il migliore di Scorsese, ma discreto film.
Nessun commento:
Posta un commento