Barbarossa - di Renzo Martinelli
Renzo Martinelli lo conosciamo per Porzus, coraggioso film sulla strage di partigiani "bianchi" da parte di quelli comunisti. Barbarossa è visto senza nasconderlo come il primo film "leghista" della storia: fortemente voluto da Bossi (che ha anche un cameo nel film assolutamente inscopribile se non mettendo in pausa...) parla della discesa di Federico I Imperatore in Italia e il suo scontro con la Lega Lombarda che culminerà nella vittoria di Legnano da parte degli ital...ehm dei padani.
Il film parte con le migliori intenzioni e durante tutto il primo tempo, si rivela gradevole e lascia qualche aspettativa: forse ci troviamo finalmente di fronte ad un film italiano che possa risollevarci dalle flatulenze di Natale, o dai film della coppia comica di turno, o dal classico dramma amoroso o dai piccoli problemi di cuore mocciani?
Può "Barbarossa" essere il "Braveheart italiano"?
Martinelli fa un buon lavoro di produzione: raggranella diversi milioni di euro e li investe per girare in Romania a basso costo. C'è spazio persino per effetti speciali notevoli compreso il "crowd replication" che ha reso le battaglie de Il Signore degli Anelli un'esperienza epica. Anche se è usato talvolta così male che più di un film, sembra di trovarsi a giocare ad Age of Empires.
Eppure, tutto crolla nel secondo tempo.
Crolla quando ci si accorge che questo film è un accozzaglia di tutti i film medievali prodotti finora: c'è lo Sceriffo di Nottingham "Barozzi", c'è Alberto da Giussano, fabbro fin troppo ispirato a Baliano de "Le Crociate" di Ridley Scott... Il bombardamento notturno con i trabocchi che è identico a quello gerosolimitano del film appena citato.... C'è una veggente bella e pazza come la Jovovich di "Giovanna d'Arco" di Besson (la brava e davvero bella Kasia Smutinak), e non mancano le citazioni (che raggiungono livelli quasi di plagio) dalla pellicola di Mel Gibson, compresa una riunione tra nobili dove irrompono i cavalieri della Compagnia della Morte, scena squallidamente identica al film sull'eroe scozzese Wallace, come i vari "Libertà!" urlati con poca convizione. Ma ci sono anche pezzi un po' da "Ultimo dei Mohicani", una malsana Eowyn direttamente da Il Ritorno del Re, e un look di Alberto stile "Aragorn" che però non appare fuori tono.
Disastrose le scene di battaglia, Legnano viene archiviata come una scaramuccia tra un pugno di soldati (ma dove sono finite le tonnellate di comparse dei film kolossal anni '50-'60?), con un Barbarossa-Theoden che appare più un kamikaze giapponese che un Imperatore. Non manca una "riscossa del proletariato" che in un film-manifesto della Lega Nord appare un po' curiosa.
Il cast non va male: persino Raz Degan, anche se verso la fine del film pare non avere assunto le sue pillole calmanti, riesce a calzare nel ruolo. Sono soprattutto i secondi ruoli a fare belle prestazioni, ma Rutger Hauer purtroppo ci fa scordare i bei momenti giovanili di Blade Runner, e anche quelli più leggeri di Ladyhawke.
Stroncato dalla critica, disertato dal pubblico (alcuni video-cavolata di youtube hanno più spettatori di questo film), purtroppo ecco che si finisce col doppio amaro in bocca di avere perso due ore, e, per l'Italia, di avere perso la grande occasione di girare un film storico che non parli degli amoreggiamenti cortigiani della belloccia di turno.
Giudizio: delusione.
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