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28 maggio 2011

Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare

Questa recensione è “spoiler-free”: non verranno rivelati significativi dettagli sulla trama.
Dismesso Gore Verbinski come regista, è Rob Marshall (specializzato in musical) che prende la patata bollente della fortunata saga made in Disney-Bruckheimer-Depp. Dopo un inizio fantastico, uno scialbo secondo episodio e un terzo a dir poco orrendo (tuttavia non castigato come meritava al botteghino), sembra difficile potere dare nuova polpa ad una saga costretta a trovate sempre più assurde. Ci saranno riusciti Depp e compagni?
Avevamo lasciato Jack Sparrow alla fine del terzo episodio con in mano una mappa che porta alla fonte dell’eterna giovinezza, ed è proprio questa ricerca il nucleo centrale del film. Ad arricchire il cast (orfano senza troppa nostalgia dalla Knightley e da Bloom) c’è Penelope Cruz (Angelica), “vecchia fiamma” di Sparrow. A complicare l’impresa invece tornerà l’immancabile Barbossa (mal sfruttato, tuttavia) e un pirata temibile, il più famoso dei pirati “storici”…
Il mare abbonda di leggende ben note al pubblico e gli sceneggiatori hanno voluto utilizzare nel film quelle non ancora  giocate negli episodi precedenti (chi ha visto il trailer ne ha un’anticipazione). Per farlo si sono avvalsi dell’ispirazione del libro “Su mari stregati”, che ha ispirato negli anni ‘80 la fortunatissima saga videoludica di Monkey Island e la stessa attrazione dei parchi Disney che ha ispirato a sua volta i film. Il libro infatti è considerato il primo a mischiare l’atmosfera piratesca con elementi fantasy e horror.
In Pirati 4 tutto funziona bene: la comicità di Sparrow è garantita da un Depp che non perde neanche un carato dell’oro che porta in bocca; sebbene la Cruz non riesca mai una volta a lasciare il segno e venga relegata a personaggio secondario, come del resto Barbossa, è Ian McShane (già bravissimo come padre Waleran ne “I Pilastri della Terra” per la tv) a sorprendere dando al nostro capitano pirata barcollante preferito un antagonista di tutto rispetto. La storia d’amore “pro-teenagers” stavolta è lasciata a due personaggi assolutamente secondari e poco credibili (specialmente lui) e appare davvero poco amalgamata nel film: è l’unica grossa “stecca” della pellicola.
Azione abbondante, battute d’effetto e un rodato personaggio dall’immancabile carisma garantiscono intrattenimento senza nemmeno uno sbadiglio. In conclusione Pirati 4 è una bella sorpresa e probabilmente il secondo più bel film della saga dopo “La Maledizione della Prima Luna”. Non che ci volesse molto visti gli altri due episodi.
Ci si chiede soltanto quando i traduttori italiani la pianteranno di cambiare i titoli originali con fantasiosi stravolgimenti…
Giudizio: davvero molto carino.

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