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10 ottobre 2009

Bastardi senza gloria


Bastardi senza gloria
Cimentarsi con la Seconda Guerra Mondiale è appannaggio di molti registi e sceneggiatori. Definito il periodo più tragico per l'umanità nel "Secolo Breve", è difficile parlarne senza essere eccessivamente ridicoli o seri.
E qui arriva Quentin Tarantino.
Quando si pensa a lui, ecco che (e i trailer sapientemente montati con scene non incluse nel film hanno fatto il loro lavoro sporco) ci appare che ne so, Samuel L. Jackson che impugna due MG42 e fa un macello, o un soldato mezzo-cinese che abbatte i nazisti a colpi di kung fu.
E invece no. Bastardi senza Gloria (Inglourious basterds), contiene un piccolo omaggio al cinema italiano di serie B (da cui prende il titolo, ed il regista Castellari dell'originale, recita nel film), ma anche riferimenti ai film di guerra del dopoguerra appunto, e parla di un gruppo di soldati ebrei americani mandati ad assassinare Hitler e i suoi alti gerarchi, tra cui anche Goebbels, Goring e Bormann (che nella realtà non fu mai trovato dopo la guerra).
Uccidere loro, più tutti i nazi che gli avessero sbarrato la strada. Strada che si incontra con quella del Colonnello delle SS, Hans Landa, il personaggio a mio giudizio più riuscito ed indimenticabile del film, che ha una caduta di stile solo verso la fine.
Il film ha pochissime scene d'azione, l'avreste immaginato? Si concentra sui dialoghi, specialmente quelli del Colonnello Landa, che sovrasta anche Pitt, sacrificato sicuramente in un personaggio silenzioso e mascellone, che però sa gestire con dovizia.
Due protagoniste femminili si uniscono alle tante "Donne di Tarantino", da la sposa di Bill, alla sgualdrina del boss di Pulp Fiction, a Jackie Brown o le sciacquette di Grindhouse: a prova di morte. Anche qui il tema della vendetta è incarnato bene in una giovane francese, che, con una partenza da Western che NON PUO' non ricordare C'era una volta il West (e infatti il C'era una volta ricorre all'inizio), vuole vendicarsi dei nazisti, ma incontra un pluridecorato cecchino, un po' simile a Vassili Zaitsev de "Il nemico alle porte" strumentalizzato dal Reich per propaganda. La seconda donna è una specie di "Marlene Dietrich" interpretata, e bene, da Diane Kruger.
Cast tutt'altro che stellare, composto a parte Pitt, di attori tutti pressoché sconosciuti, ma molto ben diretti, tra cui Cristopher Waltz che è stanto anche premiato a Cannes per il suo ruolo del Colonnello Landa. Pitt, dicevamo appare, paragonato a Waltz, superfluo per il film, se non per qualche scenetta comica. Non manca lo splatter pomodoroso in puro stile B-movie, come non manca la colonna sonora presa in prestito dagli altri film, ed anche qui gli omaggi a Morricone sono notevoli.
Film di Tarantino diverso dagli altri, più cervellotico che sa mantenere la tensione perchè sorprende. Purtroppo subisce la sorte di tutti i film costruiti sulla trama e non sulla potenza d'immagine, e cioè quello di non potere superare una seconda visione con le emozioni della prima, una volta svelati i finali.

Giudizio: Consigliato.

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