The Wrestler
Randy "the Ram" è un wrestler star degli anni '80 (ispirato ad Hulk Hogan ma soprattutto a The Ultimate Warrior nel look) e vive nella paralisi di quell'epoca: sente solo musica e si veste ancora come in quel periodo. Ora non combatte più e vive una vita squallida tra vecchie convention di fan, e incontri "di periferia". Ha una figlia che lo odia e nessun'amico al mondo. Il film parla quindi di quest'uomo (Mickey Rourke reso irriconoscibile dai suoi eccessi e dai muscolazzi che esibisce) ormai spento, che prova a ridecollare con grande difficoltà.
Film scontato ahimè, forse sopravvalutato dalla critica (premiato a Cannes): piacevole ma che scopiazza un po' da Eastwood (Million Dollar Baby), e affronta in modo stereotipato i classici temi del padre assente, dell'uomo fallito che non ha saputo evolversi con il passare delle epoche, dello squallore delle lower-classes americane e delle persone bloccate ad un particolare periodo storico, in questo caso gli "eighties".
Già che abbiamo parlato di un parallelismo, a differenza dell'allenatore di boxe interpretato da Eastwood, Randy non ha nessuna occasione di tornare "grande", ed in questo assomiglia di più al pugile fallito interpretato da Morgan Freeman nel medesimo film. E' solo un uomo che sa fare quello nella vita, e una vita normale gli sta stretta. Con l'ultimo "Ram Jam" consegna un finale epico alla sua misera esistenza.
Purtroppo tutto il film sa di "già visto", sebbene l'interpretazione di Rourke sia adatta, e probabilmente nessuno avrebbe potuto fare meglio di lui, che ha rischiato di essere un prodotto di successo di un epoca, poi fallito esattamente come il protagonista del film. Un film certamente molto autobiografico.
Giudizio: discreto.
Nessun commento:
Posta un commento