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16 dicembre 2008

Battle Royale

Battle Royale
con Takeshi Kitano
Strano film uscito nel 2000. Recensire un film giapponese per un occidentale è un casino. Se il film porta la firma di Kurosawa o ha nel cast T. Kitano ecco che la cosa si complica avendo a che fare con un mostro sacro (il primo) e con un genialoide (il secondo). I piu' grandicelli ricorderanno questo giapponesone perchè il suo programma (Takeshi's Castle) era parodiato nel fortunatissimo "Mai dire Banzai" che ha originato i Gialappa's.
E la scelta di Kitano come attore non appare casuale, perchè la sceneggiatura qui attinge a piene mani dal suo passato e si inventa un gioco chiamato Battle Royale. Secondo la legge BR, emanata in un futuro dove gli adulti non controllano piu' i giovani con metodi tradizionali, una classe di scuola media giapponese all'anno viene sorteggiata, sbattuta su un'isola deserta e lascia che i suoi alunni si uccidano a vicenda, col riciclato motto che "ne resterà soltanto uno". Se entro 3 giorni ne sopravvivono due o più, essi saltano in aria grazie ad un collare bomba. Se vi fermaste a leggere la recensione qui pensereste che sia roba già vista.
Invece c'è qualcosa di nuovo. La prima ora si sbadiglia perchè sembra di avere a che fare con un manga girato da persone in carne ed ossa. Ed è proprio così: le scene violente sono scimmiottate con ettolitri di sangue rosso vernice e gente crivellata di colpi che ha tempo di fare monologhi di 5 minuti in pieno stile Kenshiro. Anche la recitazione è tipicamente giapponese: reazioni stereotipate, gesti violenti, e gente che piange disperata deformando la faccia, tutto esattamente come in un manga.
E' invece la denuncia del modello giapponese la vera chiave del film: quello fatto da "ex-samurai" che non vedono altro che la competizione ad ogni costo per cui i ragazzi alla fine si dividono in due: coloro che vogliono collaborare e uscire tutti vivi (i veri depositari dei valori) e coloro che si trovano investiti nella gara così tanto da uccidere tranquillamente gente che prima era in classe assieme. Fanno eco al film genitori perdenti, talvolta suicidi, che riappaiono nei racconti o nelle immagini dei ragazzi.Critica profondissima del sistema scolastico giapponese a punti, dove il tuo punteggio che hai dalle ELEMENTARI determina il tuo futuro lavorativo.
Inutile provare a citare i nomi dei 3-4 protagonisti indiscussi del film, troppo simili tra loro (Nanahara e Nagakawa tanto per dirvene due......). Spiccano come personaggi un "vincitore" della precedente edizione del BR, il classico tipo che se la cava in ogni situazione; la studentessina pura e gentile incapace di fare del male ad una mosca, e il controverso e combattuto ragazzotto belloccio (per i canoni giapponesi eh) che deve trovare la forza dentro di sè per non finire come il padre.
Spicca in maniera incredibile la colonna sonora che vanta pezzi di musica classica stra-famosi (Dies Irae di Verdi giusto all'inizio), e buoni pezzi strumentali che veramente condiscono questo film.
Giudizio: Surreale, non di intrattenimento, e che forse richiede cervello acceso per essere visto.

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