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24 maggio 2008

Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo: la recensione (spoiler free a scelta)

Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo
La prima parte della recensione è "protetta" dai particolari che potrebbero rivelare la trama. Nella seconda parte ci saranno invece riferimenti espliciti, nascosti comunque per evitare la lettura accidentale.



La prima parte della recensione è "protetta" dai particolari che potrebbero rivelare la trama. Nella seconda parte ci saranno invece riferimenti espliciti, nascosti comunque per evitare la lettura accidentale.


Indiana Jones è tornato, recita prepotente la campagna pubblicitaria del quarto e probabilmente ultimo episodio. La triade George Lucas, Steven Spielberg e Harrison Ford è tornata in questo film fracassonissimo che esce dagli schemi dei tre precedenti episodi, pur riciclandone ampie parti.
Troverete che questo Indiana Jones si discosta enormemente dagli altri, più incentrati sul mito, tanto che i fan dei vecchi Indy, resteranno delusi dal finale, davvero esagerato per quello che eravamo abituati.

Se poi avevate domande residuate dagli altri film, tranquilli: Indy IV risponde a tutte le domande. No, non è vero, solo ad alcune.

Il film è ovviamente una grossa ricerca che implica una civiltà perduta. L'indagine funziona alla grande, finchè non si inizia a capire di cosa questo Teschio si tratti: ecco che ci si ricorda prepotentemente che stiamo guardando un film di Spielberg, ed ecco che tutta la filmografia di questo geniale registra, irrompe anche in Indiana Jones e lo contamina. Ma non con buoni risultati anzi. Si poteva fare certamente di peggio, ma Spielberg ha osato molto in questo film e incassa un pugno in pieno viso per la sua scelta di trama, salvando tutto solo grazie alle bellissime inquadrature e scene d'azione.

Indy è invecchiato, perciò ad affiancarlo nella sua avventura c'è il giovane Matt (Shia Leboeuf, già visto in Transformers), ma non mancheranno riferimenti ai personaggi precedenti della serie, e una vecchia conoscenza presa in prestito dal primissimo film (Che è anche quello che la gente meno si ricorda). A fare la cattiva di turno è una strepitosa Cate Blanchett in caschetto nero e accento ucraino, forse l'unico personaggio nuovo davvero riuscito.

Le scene d'azione sono moltissime, alcune di grande originalità, e i fan dell'azione saranno soddisfatti, anche se più volte la telecamera riprende Ford di schiena in modo da poterlo rimpiazzare con una controfigura in varie scene. Ma il carisma dell'attore vince anche su questo film, e guai se non ci fosse lui.

Il neo dolentemente fortissimo di Indy 4 è il finale, che non rivelo. Ma è davvero troppo per noi, mischiare l'archeologo con alcuni temi così estranei è davvero l'ultima trovata che potevamo aspettarci. E oltre a coglierci di sorpresa, inevitabilmente ci delude molto, facendo scendere da 8 a 7 il voto per questo film. Che se non avesse Ford sarebbe un filmetto mediocre.

Nè Leboeuf, nè gli altri deboli attori del cast gli tengono testa a parte la Blanchett: questo film è tutto per lui, è la sublimazione della figura di Jones.

In conclusione non è il miglior film della serie, probabilmente si piazza ultimo o penultimo (prima dei Predatori dell'Arca Perduta), ma ugualmente, se vi turate il naso nel finale, vi divertirà molto e un 7 se lo prende tutto. Ma che rischio ragazzi...

Ed ora la parte che rivela esplicitamente elementi della trama: leggetela solo se avete già visto il film o vi rovinerete alcune sorprese. Per leggere questa parte, evidenziate semplicemente le strisce nere qui sotto col mouse:

Indy e alieni? Indy e Roswell? Indy e Area 51? I Maya che avevano conosciuto gli extraterrestri? Se me l'avessero detto 10 anni fa avrei riso. Eppure Spielbucas, questa incredibile creatura fantascientifica, ha osato. Ha osato oltrepassare il confine riversando Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, ET, Stargate e Signs tutto dentro Indiana Jones. Non possiamo reggere a tale sacrilegio.

Non è purtroppo questa l'unica cosa che il pubblico si deve sopportare:
Leboeuf che fa la scimmietta, l'alieno che si rimaterializza e fonde la povera Blanchett come nei "Predatori" , le formiche killer da film horror di serie B, il finale con il mega disco volante che riparte è una tremenda trovata assolutamente inguardabile, di pessimo gusto e guasta tutto il film.
Bocciato anche il personaggio dell'amico traditore di Indy, trovata riciclata, e comunque si fatica a ricordare qualcosa che colpisca di questo personaggio, così come il professore pazzo. Persino la colonna sonora di Williams è sottotono.

Tante cose per fortuna funzionano: tre inseguimenti in veicoli che riescono ad essere comunque originali tutti e tre, le immancabili battute del professore, le scenette familiari, la bomba atomica, il riferimento alla serie TV "Le avventure del giovane Indiana Jones", una cosa davvero unica nel panorama cinematografico. Trabocchetti e nemici dalla pessima mira comunque già visti, sono elementi cari che fanno sentire di nuovo a casa lo spettatore. Non manca l'omaggio a Star Wars e ad American Graffiti.

Il matrimonio che chiude il film però è una scena molto triste: mancano tutte le persone storiche dei vecchi Indy: a parte l'assenza giustificata del povero Marcus Brody (il cui attore è morto di AIDS anni fa), manca Connery (si è rifiutato), manca John Rhys Davies (l'arabo Sallah)... manca Willy la cantante (moglie di Spielberg) e Shorty, il ragazzino cinese. Restano due sconosciuti professori che nel film non risaltano per niente ad applaudire ad una immagine che ci dà grande sollievo: Leboeuf che rischia di mettersi il cappello di Indy, ma viene subito "svegliato" dal gesto di Ford. Gesto che vogliamo interpretare come un "L'era di Indy è finita, lasciamolo riposare in pace".

Andate a vedere il film a cuore leggero, non aspettatevi niente e limiterete la delusione per la trama finale, per farvi accompagnare dalle belle scene d'azione e da alcune battute.

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